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3 spunti pratici per sbloccare i problemi

Succede nella vita. Succede nello sport. Succede al lavoro. Ti incastri su una situazione che non si sblocca. Provi e riprovi sempre le stesse soluzioni, ma il problema resta lì, immobile. Ci sono momenti in cui il problema non è il problema. È il modo in cui stai cercando di risolverlo. E succede più spesso di quanto immaginiamo.


risolvere problemi strategici

In questi giorni di pausa estiva ho letto (o meglio, riletto) un piccolo libro che considero un classico del pensiero laterale: “Problem Solving Strategico da tasca” di Giorgio Nardone. Un manuale agile, pratico e diretto su come affrontare i problemi bloccati, quelli che non si sbloccano con le soluzioni abituali. Un testo semplice, diretto, che mostra come sbloccare problemi apparentemente “senza via d’uscita”. Non solo nella vita quotidiana, ma anche nella preparazione mentale sportiva.


Secondo Nardone, continuiamo a ripetere le stesse azioni pensando che, prima o poi, funzioneranno. Ma se una strategia non funziona, insistere non è determinazione: è una trappola.


Quando il problem solving riguarda lo sport

Se sei un tennista che non riesce più a chiudere un match point, un calciatore che va sempre in ansia prima del rigore, un allenatore che prova e riprova lo stesso discorso motivazionale senza effetto…stai vivendo un problema "bloccato".

In questi casi, la soluzione non è insistere: è cambiare logica.


Ecco quindi 3 spunti pratici per sbloccare i problemi (anche in vacanza):


1️⃣ Smetti di insistere con la stessa soluzione.

La definizione di follia, diceva Einstein, è ripetere sempre la stessa azione aspettandosi un risultato diverso. Nel problem solving strategico, il primo passo è interrompere i tentativi inutili. Se non funziona, cambia.


👉 Nello sport:

  • Se un atleta si incastra in un pensiero negativo, continuare a “dirgli di pensare positivo” non funziona. Bisogna lavorare su un’azione concreta e diversa.

  • Se un giocatore in difficoltà viene sempre motivato nello stesso modo, magari serve l’opposto: togliere pressione anziché caricare.


2️⃣ Fai il contrario di quello che istintivamente faresti.

Quando il problema si incastra, il pensiero logico non basta più. La soluzione spesso è contro-intuitiva:

  • Se vuoi controllare di più, forse devi lasciare andare.

  • Se vuoi convincere qualcuno, magari devi smettere di provarci.

  • Se vuoi che qualcosa funzioni, forse devi accettare di fare un passo indietro.


3️⃣ Non cercare la soluzione perfetta. Cerca quella che funziona.

Nardone ricorda che il cambiamento avviene attraverso piccole correzioni funzionali, non attraverso piani ideali. La perfezione immobilizza, mentre l’efficacia sblocca.


👉 Nello sport:

  • Meglio un piccolo cambio mentale che sblocca la situazione, piuttosto che aspettare “la condizione perfetta”.

  • Se un atleta riesce a migliorare il 10%, spesso quel 10% cambia la partita.


Perché serve allenare il pensiero laterale?

Perché nella vita, nello sport e nel lavoro quotidiano, ci troviamo spesso davanti a problemi che sembrano senza via d’uscita. E invece una via d’uscita c’è, ma non è mai quella che stiamo guardando da ore.


Se ti riconosci in una situazione bloccata – nello sport, nel lavoro o nella vita personale – e vuoi lavorare su strategie mentali più efficaci, contattami. Parliamone insieme. Puoi scrivermi per un percorso individuale o per un progetto con il tuo team o il tuo staff. Perché allenare la mente è sempre la mossa più strategica.

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Sergio Costa - Psicologo dello Sport - Roma

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