Nell'ultimo decennio è cresciuto notevolmente l’interesse nei confronti dei genitori e del loro coinvolgimento nello sport giovanile, fornendo spunti interessanti sui fattori di stress, sulle esperienze e sui comportamenti positivi e negativi associati alla genitorialità (Holt and Knight, 2014).
Pete Van Mullem e Mike Cole (2015), attraverso anni di esperienza pratica e una revisione della letteratura hanno individuato le seguenti 7 tipologie di genitori nello sport:
1) focalizzato sul risultato;
2) guidato dalle emozioni;
3) veterano esperto;
4) influencer finanziario;
5) verbalmente violento;
6) spettatore sottomesso;
7) osservatore dell'orologio.
Di settimana in settimana cercherò quindi di approfondire 2 tipologie di genitore alla volta, così da fornirvi utili spunti di riflessione, evidenziando sia le loro caratteristiche distintive per riconoscerli nel contesto sportivo, che le abilità comunicative necessarie per potersi relazionare al meglio con loro (Van Mullem e Cole, 2015).
Oggi volevo partire dal classico e famoso genitore focalizzato sul risultato, presente in diverse realtà sportive.
CARATTERISTICHE DISTINTIVE
Questo genitore cerca spesso risultati per giustificare il coinvolgimento del figlio o della figlia nello sport (Hyman, 2009), e vede la sua partecipazione come mezzo per raggiungere il successo sotto forma di vittorie o premi (Smoll et al., 2011).
Per identificare tale genitore bisogna concentrarsi e osservare se:
guarda gli allenamenti e spesso fan confronti e paragoni con i risultati di altri compagni;
monitora le prestazioni statistiche del figlio/a;
parla con il figlio/a immediatamente dopo la partita;
critica le presentazioni degli altri giocatori.
MODALITA' COMUNICATIVE
Per comunicare in modo efficace con i genitori concentrati sul risultato bisogna lavorare per mantenerli coinvolti ma a dovuta distanza, poiché sarà difficile per loro distinguere tra ciò che è positivo per la squadra o gruppo e ciò che è nell’interesse del loro bambino, soprattutto nel lungo periodo.
Di conseguenza sarà necessario trasmettere al genitore che:
i risultati devono essere valutati nel tempo, e non nell'immediato;
la prestazione può portare i risultati e non viceversa;
l'entusiasmo e l'impegno che hanno dimostrato nell'aiutare il loro bambino potrebbe essere utile per l'intera squadra;
se l'intero team o gruppo migliora, migliorerà anche l'esperienza del proprio bambino (Smoll et al., 2011).
E' proprio attraverso le loro convinzioni e comportamenti che i genitori insegnano ai bambini valori e abilità trasferibili nella vita quotidiana (Gottzen and Kremer-Sadlik, 2012), fornendo loro esperienze che influenzeranno le scelte e gli obiettivi anche nel contesto sportivo (Fredricks and Eccles 2005).
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BIBLIOGRAFIA
Fredricks, J. A., Simpkins, S., & Eccles, J. S. (2005). Family Socialization, Gender, and Participation in Sports and Instrumental Music. In C. R. Cooper, C. T. G. Coll, W. T. Bartko, H. Davis, & C. Chatman (Eds.), Developmental pathways through middle childhood: Rethinking contexts and diversity as resources (p. 41–62). Lawrence Erlbaum Associates Publishers.
Gottzén, L. and Kremer-Sadlik, T. (2012) Fatherhood and youth sports: A balancing act between care and expectations. Gender & Society 26(4): 639-664.Hyman, M. (2009). Until it hurts: America’s obsession with youth sports and how it harms our kids. Boston, MA: Beacon.
Holt, N. L. and Knight, C. J. (2014). Parenting in youth sport: From research to practice. London, England: Routledge.
Smoll, F. L., Cumming, S. P., and Smith, R. E. (2011). Enhancing coach–parent relationships in youth sports: Increasing harmony and minimizing hassle. International Journal of Sport Science & Coaching, 6, 13–26
Van Mullem, P. and Cole, M. (2015) Effective Strategies for Communicating with Parents in Sport, Strategies, 28:1, 13-17.
Vincent, A. P. and Christensen, D. A. (2015). Conversations with Parents: A Collaborative Sport Psychology Program for Parents in Youth Sport, Journal of Sport Psychology in Action, 6, 73–85.
#PhD in Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche
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