Gli effetti del COVID-19 sull'attività fisica scolastica dei ragazzi
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Gli effetti del COVID-19 sull'attività fisica scolastica dei ragazzi

È stato ampiamente dimostrato che l'attività fisica è vitale per la salute e lo sviluppo dei bambini. In particolar modo, sulla base delle attuali linee guida, i ragazzi dovrebbero impegnarsi in almeno 60 minuti di attività motoria al giorno (Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, 2018). Tuttavia, negli USA, solo il 24% di loro soddisfa tali linee guida (National Physical Activity Plan Alliance, 2018).


All’interno di questo mondo, la scuola svolge un ruolo sostanziale per l’attività fisica dei ragazzi, i quali ci trascorrono circa tra le 6 e le 8 ore al giorno durante la settimana, per una media di 180 giorni all'anno (National Center on Education and the Economy, 2018).

Tuttavia, diversi lavori hanno dimostrato che l’attività fisica dei ragazzi diminuisce durante le pause scolastiche (Brazendale et al., 2017; Tovar et al., 2010). Questo avviene in particolar modo per quelli che abitano nelle comunità urbane che hanno meno accesso alle attività ricreative e sportive, per via di alti livelli di violenza nella comunità, costi eccessivi, mancanza di programmi organizzati e scarsità di spazi verdi e sicuri (Echeverria et al., 2014; Kottyan et al. , 2014).

Qual è il ruolo della scuola nell'attività fisica e motoria ?
Scuola e sport

La scuola risulta quindi essere un facilitatore dell’attività motoria e fisica.


Ma come ha influito il COVID-19 su tali tipi di attività?

Come i bambini e le famiglie l’hanno vissuta e gestita durante la pandemia?


Il lockdown, infatti, ha limitato agli spazi domestici le attività fisiche, non potendo più accedere alle strutture scolastiche e sportive, e non permettendo ai bambini di giocare con i propri amici. La mancanza di spazi esterni è stata la cosa più proibitiva, soprattutto per i genitori nella fascia di reddito bassa, che richiedevano un maggiore accesso a spazi esterni sicuri. Anche l’assenza di compagni è un grosso deterrente all’attività fisica, dove è stato ampiamente dimostrato come i bambini si impegnino meno senza un sostegno sociale e amicale (Martin et al., 2013).


Nonostante questi drastici cambiamenti, i genitori hanno avuto un ruolo importante nonché fondamentale all’interno di questo processo, continuando a sostenere e incoraggiare l'attività fisica e motoria dei loro figli, anche a casa. Inoltre, i genitori non solo hanno dovuto gestire i propri carichi di lavoro, molti dei quali sono cambiati, ma hanno anche dovuto assumersi ruoli e responsabilità aggiuntive, che normalmente portava avanti la scuola. Di conseguenza, anche la natura del lavoro dei genitori e il tempo dedicato ai propri figli durante questo periodo ha influenzato l’attività fisica e motoria.


Per affrontare tutti questi problemi, gli spazi all'aperto delle scuole o dei centri sportivi locali (ad esempio, parchi giochi, campi da basket e calcio) dovrebbero essere messi a disposizione delle famiglie anche quando non sono in funzione, il tutto ovviamente in piena sicurezza. Già solo questo, sostengono Perez e colleghi nella loro ricerca (2020), faciliterebbe il proseguo dell'attività sportiva e motoria nei ragazzi.


#PhD in Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche

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